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Le Erbe Spontanee Alimentari

Visita anche alcune ricette con Erbe Spontanee

Le erbe spontanee utilizzate in alimentazione sono un patrimonio ereditato dalle generazioni che ci hanno preceduto, da cui traspare una cultura contadina povera materialmente, ma ricca di quel contatto con il mondo naturale ormai sconosciuto ai più. Ogni erba commestibile viene illustrata con una "scheda descrittiva" in cui accanto al nome comune e scientifico viene indicato quello popolare, spesso ricco di termini diversi, dato che variano da regione a regione e da località a località. L'illustrazione della pianta viene completata con la segnalazione dell'habitat e la descrizione botanica. Molto importante è l'indicazione delle parti usate, il tempo di raccolta e la relativa utilizzazione alimentare. I germogli primaverili, le rosette basali, ecc. che si raccolgono quando ancora la specie non è completamente sviluppata creano non pochi problemi di identificazione ai non esperti, dato che spesso si possono confondere con altre entità botaniche.
 
E' utile quindi osservare l'erba nel suo ciclo vitale e saperla riconoscere anche quando non è ancora fiorita. In questo modo si evita il rischio di confondere alcune erbe spontanee commestibili con altre velenose. L'indicazione delle proprietà viene compresa meglio con l'aiuto del glossario dei termini farmaco-botanici riportato in appendice. A rafforzare l'importanza gastronomica delle erbe spontanee si ripropongono alcune ricette culinarie tradizionali e di facile realizzazione. Per chi intende, nelle sue passeggiate naturalistiche, ricercare queste erbe spontanee commestibili deve stare attento di:
1) essere sicuro della individuazione della specie raccolta;
2) evitare la raccolta vicino a coltivazioni trattate con prodotti chimici tossici (es.: vigneti o frutteti trattati con pesticidi) o lungo le strade ad alto traffico (per le presenza di piombo tetraetile nei gas di scarico degli autoveicoli);
3) raccogliere con attenzione, evitando il saccheggio o la distruzione delle specie.
Andar per erbe diventa così una passione salutare, e non da poco. La passeggiata, la distensione, l'aria pura e l'evasione, sono fattori importanti per il nostro benessere; senza contare poi la soddisfazione di aver scoperto o riscoperto l'erbetta buona che completa ed arricchisce la tradizione del piatto tipico con le erbe.
 

ACETOSA
Rumex acetosa L.
Famiglia: Poligonaceae
Nomi popolari: acetina, agradulci, erba agretta, erba brusca, pan e vin, pancucch, salamoja, tumbrun, zivorra di pra.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne comune nei prati e pascoli del territorio di pianura e della pedemontana. Ha un fusto eretto di colore rossastro, eretto, striato e rossastro, o che può raggiungere l’altezza di un metro. Le fogli basali sono picciolate e di forma astata, quelle superiori sono inserite direttamente sul fusto come una guaina. I fiori (maggio-settembre) rossastri sono riuniti in pannocchia.
Parti usate: foglie e fusti giovani.
Tempo di raccolta: primavera-estate.
Utilizzazione: le foglie fresche vengono consumate crude in piccole quantità con altre erbe (strigoli, gallinelle). Entrano anche nella preparazione di minestre.
Proprietà: diuretiche, leggermente antisettiche e antiscorbutiche.
Curiosità: il giovane fusto dell’acetosa era tradizionalmente masticato dai ragazzi per stimolare la secrezione salivare.
Avvertenze: l'acido ossalico e gli ossalati contenuti nella pianta possono arrecare danni gravi in caso di forti ingestioni. La pianta deve essere utilizzata con cautela.

AETOSELLA
Oxalis acetosella L.
Famiglia: Oxalidaceae
Nomi popolari: agretta, cafélacc, pan cuch, papaciuch, trifoggiu agru, zanzarella.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne comune nelle zone umide e nel sottobosco. Può essere alta da 5 a 15 cm. Dal rizoma emerge un lungo picciolo nel quale si inseriscono le tre foglioline a forma di cuore. I fiori sono formati da cinque petali dal colore bianco rosato con striature più o meno intense.
Parti usate: foglie.
Tempo di raccolta: primavera-estate.
Utilizzazione: le foglie verdi, ben fresche, vengono impiegate assieme al prezzemolo e salvia per condire le patate lessate o altre insalate.
Proprietà: diuretiche e astringenti. Controindicata per quanti soffrono di disturbi e malattie renali, litiasi e gotta.
Curiosità: il nome di Acetosella lo si deve al suo sapore acidulo.
Avvertenze: l'acido ossalico e gli ossalati contenuti nella pianta possono arrecare danni gravi in caso di forti ingestioni. Dosi elevate sono quindi velenose.

AGLIO ORSINO
Allium ursinum L.
Famiglia Liliaceae
Nomi popolari: ai de can, agghiu servaggiu, ai selvadech, cipudda de serpi, strozzagalline.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne comune nei boschi e nei prati umidi di tutta Italia. Si riconosce per le foglie ovali, carnose, appuntite, di colore verde lucente. I fiori (maggio-giugno) sono bianchi riuniti in ombrelle. Tutta la pianta emana un forte odore di aglio.
Parti usate: foglie giovani.
Tempo di raccolta: maggio-giugno.
Utilizzazione: le foglie verdi, ben fresche vengono impiegate assieme al prezzemolo e salvia per condire le patate lessate.
Proprietà: gode di proprietà simile a quelle dell’aglio comune (Allium sativum L.). Agisce come antisettico, ipotensivo, coleretico, vermifugo, espettorante)
Curiosità: l’odore di aglio è dovuto al principio attivo allicina. Si pensa che il prezzemolo annulli parzialmente l’odore di aglio nell’alito di chi mangia questa erba.


ASPARAGO PUNGENTE
Asparagus acutifolius L.
Famiglia: Liliaceae
Nomi popolari: corruda, sparide, sparesine, spareghi salvadeghi, sparagin, spazzole, spirgene.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne che vive in ambienti aridi e soleggiati della regione mediterranea. Presenta un aspetto cespuglioso con foglie aghiformi, acute e pungenti, riunite in fascetti di 5-10 (fillocladodi). I fusti sono eretti, cespugliosi, molto ramosi. I giovani germogli, detti turioni, carnosi e sottili spuntano ogni anno nei primi giorni di primavera.
Parti usate: turioni (giovani germogli).
Tempo di raccolta: primavera.
Utilizzazione: i turioni vengono consumati allo stesso modo degli asparagi coltivati. Si mangiano lessati e conditi ed entrano nella composizione dei risotti.
Proprietà: diuretiche e lassative per l’alto contenuto di fibra vegetale.
Curiosità: gli asparagi spontanei sono ottimi nei risotti ed hanno un sapore più pronunciato di quelli coltivati. Nei boschi collinari e nelle siepi si può trovare l’asparago selvatico (Asparagus tenuifolius Lam.) che trova la stessa utilizzazione alimentare.

BARBA DI BECCO
Tragopogon pratensis L.
Famiglia: Compositae
Nomi popolari: aio de prà, barbaboch, barba di prete, ciocabech, erba del sol, erba da lat, grespondoi, latti d’occeddu, persemolone, sassefrica, scanabech, scorzabianca, spargi de prà.
Habitat e descrizione: pianta erbacea biennale che cresce nei prati e nei pascoli fino a 2000 m. Il fusto è semplice, liscio, poco ramificato e alto da 20 a 70 cm. Le foglie sono alterne e lanceolate. I fiori (maggio-giugno) sono riuniti in un capolino di colore giallo dorato. I frutti, sono acheni grigiastri muniti di becco e pappo di peli con barbe laterali.
Parti usate: giovani germogli, foglie e radici.
Tempo di raccolta: primavera.
Utilizzazione: giovani germogli, foglie e radici si consumano cotti come gli spinaci. Le foglie si possono consumare anche crude in insalate. Entrano nella preparazione di minestre e frittate.
Proprietà: diuretiche e stomachiche.
Curiosità: la pianta è ricca del polisaccaride inulina, utile per i diabetici in quanto può sostituire altri zuccheri dannosi.

BARBA DI CAPRA
Aruncus dioicus (Walter) Fernald
Famiglia: Rosaceae
Nomi popolari: barba di Giove, erba canona, nogarole, sparesi di bosco, sparesine de montagna, rosa di san Zuàn.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne che cresce lungo le siepi, nei boschi, nei luoghi umidi calcarei. Il fusto è eretto, semplice, alto 30-70 cm. Le foglie basali sono grandi, bipennate, lungamente picciolate, con foglioline secondarie ovali, seghettate; le superiori molto più piccole delle radicali. I fiori (maggio-agosto) sono piccoli, ermafroditi, bianchi, raccolti in racemo terminale compatto.
Parti usate: giovani germogli.
Tempo di raccolta: primavera.
Utilizzazione: i giovani germogli vengono consumati lessati e conditi come gli asparagi.
Proprietà: toniche, astringenti, espettoranti, febbrifughe.
Curiosità: la pianta in fase avanzata di sviluppo (periodo estivo) produce glucosidi cianogenetici che la rendono inadatta per l’alimentazione.

BISTORTA
Polygonum bistorta L.
Famiglia: Polygonaceae
Nomi popolari: amarella, biaveta, lazzuola, lengua de bò, lenguete, serpentina.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne che cresce nei prati-pascoli con terreni umidi e freschi della zona montana. Presenta un rizoma strisciante, legnoso, contorto, mentre i fusti semplici da cui si dipartono le foglie possono essere alti fino a 50 cm. Le foglie sono oblunghe, quasi cuoriformi o troncate alla base, le radicali picciolate e le cauline sessili. I fiori (maggio-agosto) sono di color rosa, raccolti in spighe solitarie terminali di tipo ovoidale o cilindrico.
Parti usate: foglie.
Tempo di raccolta: primavera.
Utilizzazione: le giovani foglie vengono impiegate per aromatizzare minestroni e insalate miste.
Proprietà: antianemiche, astringenti, rimineralizzanti, ipoglicemizzanti.
Curiosità: la denominazione bistorta (due volte storta) è allusiva alla forma ritorta e bitorzoluta del rizoma.

BUON ENRICO
Chenopodium bonus-henricus L.
Famiglia: Chenopodiaceae
Nomi popolari: colubrina, erba sana, spinacio selvatico, tutta buona, spagnoete, skraut.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne che cresce nei prati e pascoli montani, specialmente presso le malghe. I fusti possono raggiungere i 25-30 cm di altezza e quelli fioriferi sono ricoperti da un farina giallastra. Le foglie sono verdi e farinose a forma triangolare allungata. I fiori piccoli e verdastri sono disposti in glomeruli.
Parti usate: foglie giovani.
Tempo di raccolta: primavera-estate.
Utilizzazione: le foglie o le sommità prima della fioritura colte quando sono tenere vengono consumate cotte come gli spinaci.
Proprietà: emollienti, lassative, leggermente antianemiche.
Curiosità: trova il medesimo impiego un’altra erba spontanea dello stesso genere, il farinaccio selvatico (Chenopodium album L.). Entrambe le specie sono state soppiantate dalla coltivazione dello spinacio.

CARLINA
Carlina acaulis L.
Famiglia: Compositae
Nome popolare: carlina bianca, cardo santo, articiochi de monte, spin de prà, pan de l’alpin, tiroliro, buralze.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne comune nei pascoli della zona montana. Il caule è breve o nullo con foglie che formano sul terreno una grande rosetta. Le foglie sono grandi, rigide, pennato-partite a margine inciso-dentato. I fiori (luglio-agosto) tutti ermafroditi sono racchiusi in un grande capolino porporino-biancastro circondato da brattee raggiate e fogliacee.
Parti usate: ricettacolo fiorale.
Tempo di raccolta: estate.
Utilizzazione: i ricettacoli dei capolini si possono consumare in insalata assieme ad altre specie. Vengono anche cotti come i carciofi e sono considerati molto prelibati.
Proprietà: diuretiche, diaforetiche, carminative, indicate nei casi di inappetenza.
Curiosità: Le brattee che circondano come un'aureola il grande capolino fiorale posseggono la proprietà di rinchiudersi nel caso in cui il tempo stia mutando verso il brutto. In passato veniva utilizzato dai malgari come rudimentale igrometro

CICORIA
Cichorium intybus L.
Famiglia: Asteraceae
Nomi popolari: cicoria, radicchio, radicio mato, radecio de campo, lidricc, radricc.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne comune nei prati, sui cigli dei campi, lungo le strade, negli incolti. Il fusto un po’ ruvido, cavo, flessuoso, ramificato, può essere alto 40-120 cm. Le foglie basali, sviluppate a rosetta, spuntano in autunno e durano per tutto l’inverno-primavera. Si seccano con la fioritura. Quelle del fusto sono più piccole e sessili. I fiori, raggruppati in capolini, sono azzurrini di tipo ligulato e si schiudono al mattino.
Parti usate: foglie basali.
Tempo di raccolta: primavera.
Utilizzazione: le rosette basali raccolte ancora tenere possono essere consumate crude ma spesso vengono lessate e consumate insieme al tarassaco o agli strigoli.
Proprietà: diuretiche, disintossicanti del fegato, stimolanti dell’appetito.
Curiosità: con la radice torrefatta e ridotta in polvere si prepara tradizionalmente un surrogato del caffè detto appunto "cicoria". Dalla pianta selvatica sono derivate numerose varietà da taglio o da cespo dei radicchi coltivati. A titolo di esempio ricordiamo le varietà di radicchio rosso di Verona, variegato di Castelfranco, rosso di Treviso, ecc.

CRESCIONE
Nasturtium officinalis R.Br.
Famiglia: Cruciferae
Nomi popolari: ascione, cresciun, cresòn, erba da scorbuto, lavaroni, nastriuzzu, nastuzz, pastacchiari, scresur.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne che cresce nelle acque limpide leggermente correnti. Il fusto è sdraiato, radicante nei nodi inferiori, ramoso, carnoso, lungo 10-70 cm. Le foglie sono pennatosette formate da foglioline intere od ovali. I fiori (aprile-luglio) sono piccoli a quattro petali bianchi crociformi e raccolti in grappoli ascellari.
Parti usate: la parte aerea della pianta.
Tempo di raccolta: primavera-estate.
Utilizzazione: i getti fogliari vengono consumati crudi in insalate da soli o in abbinamento on altre verdure (per esempio con le Gallinelle).
Proprietà: antiscorbutiche, bechiche, espettoranti, diuretiche, vitaminizzanti.
Curiosità: il succo fresco di crescione viene consumato per le sue proprietà benefiche insieme al succo di carota e sedano. Nella tradizione popolare si utilizza il succo di crescione in frizioni contro la caduta dei capelli.


CUMINO DEI PRATI
Carum carvi L.
Famiglia: Umbelliferae
Nomi popolari: anice dei Vosgi, carvi, cimino, cumin, kummel, fenocc selvadegh, garvese, pestenaria, sciarel.
Habitat e descrizione: pianta erbacea biennale comune nei luoghi erbosi e nei prati di montagna. Il fusto eretto, ramificato alla base può essere alto fino a 80 cm. Le foglie sono pennatosette composte e i fiori (maggio-giugno) sono piccoli a cinque petali di colore bianco, raccolti in ombrelle ineguali di 7-15 peduncoli. I frutti hanno forma ovale allungata dal caratteristico sapore aromatico.
Parti usate: i frutti (detti impropriamente semi).
Tempo di raccolta: estate.
Utilizzazione: i frutti (o semi) vengono impiegati in alcune zone montane per aromatizzare alcuni piatti di carne, minestroni e per preparare pani speciali al cumino. Importante l’impiego per la preparazione del liquore kümmel o della grappa al cumo.
Proprietà: aromatizzanti, aperitive, digestive, antisettiche, carminative.
Curiosità: Importante l’impiego dei frutti (semi) per la preparazione del liquore kümmel o della grappa al cumo.

 



FINOCCHIO SELVATICO
Foeniculum vulgare L.
Famiglia: Umbelliferae
Nomi popolari: anito, erba buona, fenoggiu, fenoiu, fenocio, finoc, finocchiello, finocchio dolce, madaro, scartoccini.
Habitat e descrizione: il finocchio selvatico ama le colline esposte al sole, i luoghi asciutti delle regioni costiere e sub-montane dell'Italia Centro-Meridionale. Ha fusto eretto, ramificato. Le molte volte suddivise in lacinie filiformi sono attaccate al fusto mediante una guaina. I fiori sono di color giallo riuniti in vistose ombrelle apicali. La fioritura avviene in estate. I frutti (detti semi) sono oblunghi, grigi o giallini, dall’odore assai gradevole. La pianta può superare il metro e mezzo d'altezza.
Parti usate: foglie. radici, semi (frutti) e guaine carnose.
Tempo di raccolta: primavera-estate.
Utilizzazione: I semi e i giovani ramoscelli vengono utilizzati per aromatizzare vari tipi di piatti della tradizione mediterranea. I semi, in particolare, si usano per dolci e liquori.
Proprietà: aperitive, digestive, diuretiche, galattogoghe e lassative per l’alto contenuto di fibra vegetale. il finocchio contiene un'essenza, l'anetolo, che si concentra in particolar modo nei semi e favorisce la digestione. L'infuso stimola la secrezione lattea nelle puerpere e riduce la sensazione di nausea.
Curiosità: oltre ad aromatizzare carni e pietanze con il finocchio si confeziona un eccellente liquore carminativo e diuretico. I semi (frutti) di finocchio pestati ed uniti ad argilla verde ventilata servono per preparare un dentifricio che rinfresca l'alito e rinforza le gengive.


FRAGOLA
Fragaria vesca L.
Famiglia: Rosaceae
Nomi popolari: fraula, fragoea, fregul, frola, fiàr, magiostra, maiole, briachelle.
Habitat e descrizione: cresce tra le radure di montagna, nelle schiarite dei boschi e in luoghi erbosi coltivati. Pianticella dotata di rizoma dal quale si dipartono stoloni superficiali pelosi dotati solo per il primo anno di foglie. Queste sono picciolate, composte da tre foglioline ovate con margine seghettato e peli lucenti. I fiori, di colore bianco, appaiono il secondo anno. La fioritura avviene in primavera-estate. Il falso-frutto, detto comunemente fragola, è un ricettacolo polposo, ovoidale, di color rosso vivo. La pianta è alta circa 20 centimetri.
Parti usate: falsi frutti.
Tempo di raccolta: primavera/estate.
Utilizzazione: i falsi frutti vengono consumati freschi o si utilizzano per preparare marmellate.
Proprietà: antireumatiche, diuretiche, emostatiche, depurative del sangue.
Curiosità: nella tradizione popolare la fragola era fatta oggetto di virtù magiche. Ad esempio, per evitare il morso dei serpenti, si dovevano raccogliere le foglie il 24 giugno (magico giorno di San Giovanni Battista), farle essiccare al sole e confezionare con esse una cintura. Nessuna serpe avrebbe osato avvicinare uomo o donna così conciati.


GALLINELLE
Valerianella locusta (L) Lat. Betcke.
Famiglia: Valerianaceae
Nomi popolari: gallinella comune, gallina grassa, galeti, galinele, gainèi, ardielut, matavilz, molesine.
Habitat e descrizione: pianta erbacea annua che cresce nei campi coltivati, specialmente lungo i vigneti nelle colline. Il fusto, peloso sugli angoli, è alto fino a 30 cm. Le foglie basali a rosetta, sono spatolate, cigliate, tenere, grassette; quelle del fusto sono più strette e piccole. I fiori sono piccoli, imbutiformi, con corolla azzurrognola e disposti in corimbi densi.
Parti usate: foglie.
Tempo di raccolta: primavera.
Utilizzazione: le rosette basali vengono consumate crude e cotte in insalata sia da sole che abbinate con altre specie di erbe commestibili.
Proprietà: diuretiche.
Curiosità: la specie oltre a crescere spontanea negli orti viene largamente coltivata e si può trovare facilmente al mercato anche d’inverno.


LUPPOLO
Humulus lupulus L.
Famiglia: Cannabaceae
Nomi popolari: bruscandoi, levertin, lopal, lopola, lupola, orticaccio, rivertizio, vertis, vorticella.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne che cresce nelle siepi, ai margini dei boschi e nei luoghi incolti. I fusto lungo diversi metri è sdraiato, volubile, cavo, ricoperto di peli rigidi. Le foglie sono picciolate, palmato-lobate quelle inferiori e cuoriformi quelle superiori. Il luppolo è una pianta dioica, cioè a fiori maschili e femminili posti su piante diverse. I fiori maschili sono numerosi, verdastri, riuniti in pannocchia ramificata. I fiori femminili sono riuniti in coni ovoidali raggruppati a formare le infiorescenze all’estremità dei rami.
Parti usate: giovani germogli e infiorescenze femminili.
Tempo di raccolta: primavera (germogli) e agosto-settembre (infiorescenze femminili).
Utilizzazione: i germogli primaverili si consumano lessati e conditi come gli asparagi. Sono impiegati anche per preparare risotti, minestre, frittate. Le infiorescenze femminili sono utilizzate per aromatizzare la birra preparata in modo casalingo.
Proprietà: aromatiche, amaro-toniche, diuretiche, lassative, sedative.
Curiosità: la tradizione di preparare la birra in casa, aromatizzandola con questa specie, è stata importata dai flussi migratori delle popolazioni del Veneto e del Trentino con la vicina Austria.


MENTA
Mentha sp.p.
Famiglia: Labiatae
Nomi popolari: nella tradizione popolare difficilmente si distinguono le varie specie di menta. Spesso ci si riferisce alla menta piperita, ma si uso lo stesso termine anche per altre specie di mente: amenta, erba diolona, menta d’oro, menta selvarega, menta napoletana, mentass, piperina, viperina.
Habitat e descrizione: tra le specie spontanee ricordiamo la menta d’acqua (Mentha aquatica L.) che si trova nei luoghi umidi, dai fiori rosei, raccolti in capolini quasi globosi; la menta silvestre (Mentha longifolia Huds.) che presenta foglie pelose, lanceolate acute e fiori rosei riuniti in spicastri. La più nota Menta piperita è un ibrido tra M. aquatica x M. viridis e non si trova allo stato spontaneo
Parti usate: foglie e sommità fiorite.
Tempo di raccolta: estate.
Utilizzazione: si utilizzano le sommità per aromatizzare risotti e frittate. Viene consumata con i contorni (per esempio zucchine alla menta) e serve per preparare tisane dissetanti.
Proprietà: antisettiche, antifermentative, digestive, eupeptiche, antispasmodiche.
Curiosità: il termine menta deriva dal latino mens, perché gli antichi ritenevano che avesse proprietà fortificanti per l’intelligenza.


ORIGANO
Origanum vulgare L.
Famiglia Labiatae
Nomi popolari: acciughero, arburà, arrecheta, cornabusa, erba acciuga, majaron selvadi, menta bastarda, pimpinella, regamo.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne comune nei luoghi sassosi e soleggiati. Il fusto è rossastro, ramificato nella parte superiore, alto fino a 80 cm. Le foglie sono opposte, picciolate, di tipo ovale o elittico. I fiori (luglio-agosto) sono piccoli, di color rosa o rosso, riuniti in pannocchie terminali.
Parti usate: foglie.
Tempo di raccolta: primavera-estate.
Utilizzazione: le foglie vengono impiegate per aromatizzare minestre e minestroni.
Proprietà: carminative, diaforetiche, antispasmodiche, espettoranti, stomachiche.
Curiosità: l’origano selvatico delle regioni meridionali è particolarmente aromatico e adatto per pizze e numerose pientanze dell’area mediterranea.


ORTICA
Urtica dioica L.
Famiglia: Urticaceae
Nomi popolari: lurdica, ortiga, ortica maschio, orticone, ozziau, pistidduri, uldiga, urtia, urtiga, urtil.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne comune negli incolti, nei campi, fra le macerie, lungo le siepi e qua e là nei boschi. Il fusto è eretto, semplice, alto fino a 150 cm e a sezione quadrata. Le foglie sono picciolate, opposte ovali, con i margini dentati e con la nervatura marcata. Fusto e foglie portano i peli urticanti che si spezzano al minimo urto emettendo il liquido urticante.
Parti usate: foglie e giovani sommità.
Tempo di raccolta: primavera.
Utilizzazione: si impiegano per preparare la zuppa, minestre di verdure e i risotti. Si servono anche lessate quali condimento delle lumache al forno.
Proprietà: diuretiche, digestive, epato-protettrici, antiinfiammatorie, antidiarroiche, ipoglicemizzanti, antianemiche. Il loro impiego è particolarmente indicato per le persone anemiche, convalescenti e anziane.
Curiosità: le ortiche vengono tradizionalmente impiegate contro al caduta dei capelli.


PUNGITOPO
Ruscus aculeatus L.
Famiglia: Liliaceae
Nomi popolari: brusco, bruscanzi, brusasorzi, rustegòt, rust, ruscli, russul, spargs di ruscli, rusculins.
Habitat e descrizione: pianta suffruticosa perenne, sempreverde, comune nelle siepi e nei boschi dell’area collinare. I fusti sono alti fino a 80 cm. I rami sono trasformati in cladodi, verdi, sessili, lanceolati, impropriamente chiamati foglie, Le foglie vere sono piccole squame membranacee inserite al centro del cladodo. I fiori (febbraio-aprile) verdastri, sono inseriti al centro del cladodo con un breve peduncolo. Il frutto è una bacca sferica rossa.
Parti usate: giovani germogli primaverili.
Tempo di raccolta: aprile-maggio.
Utilizzazione: sono molto ricercati per il loro sapore amarognolo ma delizioso. Vengono cotti e consumati come gli asparagi, oppure in risotti.
Proprietà: diuretiche, aperitive, antiinfiammatorie, protettrici vasali, sudorifere.
Curiosità: nella medicina popolare l’acqua di cottura viene bevuta al mattino a digiuno perché considerata depurativa e ricostituente per l’organismo.


ROSOLACCIO
Papaver rhoeas L.
Famiglia: Papaveraceae
Nomi popolari: bamboccia, basa done, bianc e rus, bubboline, paparine, papavar, papaver selvarego, popolana, rosolina, rusalena, rusatta, signorine.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne infestante dei campi di grano e degli incolti. Le foglie basali formano una rosetta e presentano un margine dentato. Il fusto ramoso e peloso può essere alto fino a 60 cm. I fiori (maggio-luglio) sono solitari ed hanno quattro petali di colore rosso porporino.
Parti usate: rosette di foglie basali.
Tempo di raccolta: primavera.
Utilizzazione: si consumano crude in insalata o cotte come gli spinaci.
Proprietà: bechiche, decongestionanti, espettoranti, leggermente soporifere, calmanti.
Curiosità: l’infuso dei petali è indicato in erboristeria per curare l’insonnia nei bambini.


RUCHETTA SELVATICA
Diplotaxis tenuifolia DC.
Famiglia: Cruciferae
Nomi popolari: aruca, erba ruga, gruritta, rucoea mata.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne che si trova nei terreni incolti e presso le zone ghiaiose. Il fusto sublegnoso alla base, può raggiungere l’altezza di 100 cm. Le foglie sono pennatopartite con segmenti laterali stretti, lunghi e con lobo laterale di poco più largo. I fiori (maggio-settembre) sono gialli portati da pedicelli più lunghi della corolla, raccolti in racemo terminale.
Parti usate: foglie giovani basali.
Tempo di raccolta: primavera.
Utilizzazione: si consumano crude cotte nei minestroni e lessate e condite come gli spinaci. Quando sono molto tenere si impiegano anche in insalate miste.
Proprietà: antiscorbutiche, astringenti, espettoranti.
Curiosità: negli orti delle case viene comunemente coltivata la rucola (Eruca sativa Miller) che a volte si può trovare subspontanea nel territorio.


STRIGOLI
Silene vulgaris (Moench) Garke L.
Famiglia: Caryophyllaceae
Nomi popolari: bubbolini, carletti, erba del cucco, schioppetti, sciopét, tajadee dea madona, tussèl, garofoet, sgrizoi.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne comune nei campi, nei prati, lungo i margini delle strade. Si presenta alta fino a 80 cm. Dalla radice si sviluppano in primavera, diversi ciuffi di foglie erette ed appaiate, sessili, lanceolate ad apice acuto. I fiori (aprile-agosto) hanno un calice a forma di veschichetta ovale ed una corolla di 5 petali bianchi dai quali sporgono gli stami.
Parti usate: foglie giovani.
Tempo di raccolta: primavera.
Utilizzazione: le foglie raccolte prima che siano visibili i bocci fiorali si consumano crude o cotte come gli spinaci, mescolate anche con altre specie di erbe commestibili.
Proprietà: diuretiche.
Curiosità: il nome popolare veneto "sciopét" si deve al fatto che i calici fiorali rigonfi venivano tradizionalmente fatti "scoppiare" sul dorso della mano dei bambini.


TARASSACO
Taraxacum officinale Weber
Famiglia: Compositae
Nomi popolari: dente di leone, stella gialla, girasole dei prati, lampionetti, pisciacane, piscia(in)letto, pisacani, pisciatello, castracane, bruciaocchi, ingrassaporci, radicio de camp, radicée, frati, botoni.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne comune nei luoghi erbosi e nei campi ben concimati con letame. Dalla radice laticifera, carnosa, si sviluppa una rosetta di foglie. Le foglie sono di forma lanceolata, pennato-partita, con l’apice spesso triangolare. I fiori (febbraio-ottobre) sono riuniti in capolini portati singolarmente all’apice dei fusti. Sono tutti ligulati ed hanno un colore giallo-dorato.
Parti usate: foglie.
Tempo di raccolta: primavera.
Utilizzazione: le rosette di foglie basali si consumano cotte da sole o, più frequentemente, mescolate con altre specie di erbe commestibili in insalate.
Proprietà: diuretiche, digestive, amaro-toniche, eupeptiche, coleretiche, colagoghe.
Curiosità: in erboristeria le radici si impiegano in tisane depurative per la cura del fegato.


TIMO
Thymus pulegioides L.
Famiglia: Labiatae
Nomi popolari: erba pevèra, erba salterella, erbuccia, ferugola, peèrel, peperino, pepolina, riganeddu, satur, solaredda, timo salvadego, tuma, tumaru, tummineddu, tumbù.
Habitat e descrizione: pianta erbacea perenne comune nei prati aridi e soleggiati della zona montana. Il fusto è sdraiato, talora un po’ lignificato alla base. Le foglie sono ovali, più spesso ellittiche, con margini piani. I fiori (maggio-settembre) sono disposti in verticillastri accostati che formano quasi dei capolini ovoidali all’apice dei rami. La corolla è tubulare, rosata, divisa alla fauce in due labbra. I frutti sono formati da quattro acheni.
Parti usate: foglie e sommità fiorite.
Tempo di raccolta: primavera-estate, durante la fioritura.
Utilizzazione: si utilizzano per aromatizzare alcuni piatti a base di carne ed in alcuni casi anche minestre e minestroni di verdura.
Proprietà: aromatizzanti, antisettiche, digestive, diuretiche, carminative, espettoranti.
Curiosità: il timo fa parte del "mazzetto di odori" da sempre usato nella migliore cucina internazionale. Per le sue ottime proprietà balsamiche e stimolanti viene utilizzato nella cosmesi popolare per bagni, suffumigi, impacchi e maschere tonificanti e purificanti.

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